La sfida

Si può dire che il 2020 ha fermato il mondo: un’entità microscopica, quindi invisibile, ha avuto la capacità in pochi mesi di mettere in serio pericolo la vita di miliardi di persone, uccidendone 4 milioni. Chi aveva meno di 80 anni non riusciva neppure a prendere in considerazione la possibilità di un evento così pervasivo e devastante: si è passati dall’incredulità e dalla sottovalutazione a essere costretti a fare i conti con la realtà. Il mondo sia personale che lavorativo, non era più quello di prima.

Alcuni mesi sono trascorsi lasciandoci come sotto shock, quasi paralizzati nell’attesa speranzosa che tutto tornasse come prima. E alla fine abbiamo compreso che come prima non si tornerà.

Per fortuna l’uomo, come la natura, di cui fa ancora parte, nonostante la prodigiosa tecnologia che è riuscito a inventare, in situazioni di grave emergenza riesce a sfoderare tutta la sua Antifragilità, vale a dire la capacità di mettere in pratica abilità che gli consentono di uscire migliore da eventi molto sfidanti.

Di quali skills abbiamo bisogno?

Così è anche per il mondo del lavoro: le aziende che da quest’anno vogliono non solo sopravvivere, ma anche tornare a prosperare, devono privilegiare e implementare alcune skills particolari, vere proprie chiavi che aprono la porta verso il futuro.

Il World Economic Forum ne ha evidenziate 10, ma io ritengo che si possano in un certo modo accorpare in tre grandi insiemi chiamati Creatività, Comunicazione e Fiducia.

Partiamo dalla creatività, che comprende, sotto il suo cappello, capacità di risolvere problemi complessi e di pensiero critico: infatti è possibile escogitare qualcosa di nuovo e funzionale, quando si è esaminata con attenzione la situazione in cui ci si trova. Oggi, per sopravvivere e prosperare, un’impresa ha la necessità di reagire al cambiamento improvviso e veloce di molti parametri consolidati: bisogna così escogitare e sperimentare nuovi modi di imprenditorialità e di leadership, per ottenere il massimo potenziale dalle risorse umani presenti.

Qui entrano in gioco in perfetta sinergia le altre due chiavi vincenti: la comunicazione adeguata, che presuppone capacità di ascolto, di negoziazione e intelligenza emotiva, per finire con la fiducia: instaurare un rapporto di fiducia reciproco tra management e dipendenti pone solide basi per lavorare con piacere, sentendosi parte attiva e responsabile del processo produttivo, qualsiasi esso sia.

Il remote working ha evidenziato questa necessità: non importa vedere direttamente che il lavoro venga svolto, ma si valutano il raggiungimento degli obiettivi e la capacità di fare Team, anche a distanza.

Il Counseling in azienda

Un’ulteriore risorsa da utilizzare è sicuramente attivare percorsi di Counseling aziendale, che stimolano non solo l’autoconoscenza, la consapevolezza della propria visione di sé e degli altri, ma anche le modalità con cui ci relazioniamo.

Questo contribuisce a evidenziare e rafforzare le  abilità, di cui abbiamo parlato,  non certamente nuove, ma divenute imprescindibili per superare in modo vincente un periodo così difficile.