Le sfide del nuovo cambiamento

“Secondo L’origine della specie di Charles Darwin, non è la più intelligente delle specie a sopravvivere, non è neppure la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova”
Leon C. Megginson

Mai come oggi questa considerazione, nata dall’osservazione delle leggi che regolano la natura, può essere trasferita in modo molto adeguato al mondo del lavoro.
Questi primi vent’anni del nuovo millennio ci stanno mostrando in ogni campo, tecnologico, economico, sociale, ambientale, cambiamenti così radicali e profondi, da rendere spesso inadeguati i modelli di business e di leadership usati finora.

La pandemia, che ha travolto l’intero pianeta negli ultimi diciotto mesi, è stata come una grande lente di ingrandimento, che ha reso evidente proprio a tutti quanto il mondo intorno a noi si stesse trasformando, spesso a nostra insaputa, presi come eravamo a mantenere e consolidare le idee, i meccanismi e i paradigmi comportamentali che eravamo abituati a tenere.

In realtà, abbiamo capito che, al contrario dello slogan consolatorio “Tutto tornerà come prima”, che ci ripetevamo solo un anno fa, se vorremo crescere e di nuovo prosperare, dovremo abbandonare il pur utilissimo concetto di resilienza, ovvero la capacità di resistere agli scossoni della vita, per superarli e tornare appunto come prima.
Come mai oggi, soprattutto in ambito aziendale, la resilienza non è più così utile, anzi, spesso, può diventare un ostacolo?

 

Come rapportarsi al mondo V.U.C.A.

Perché oggi il mondo del lavoro così come lo conoscevamo, non esiste più. Un modo sintetico, ma molto chiaro per definire lo scenario con cui organizzazioni e management devono confrontarsi, è utilizzare l’acronimo V.U.C.A.

V = Volatilità
U = Incertezza (Uncertainty)
C = Complessità
A = Ambiguità

Questo acronimo, preso in prestito dal mondo militare americano, segnala quali sono le variabili da considerare, se per la propria azienda si vogliono crescita e successo: lo scenario cambia molto velocemente, a volte con ritmi difficili da sostenere (Volatilità), imprevedibili e improvvisi (Incertezza); i rapporti causa-effetto non sono sempre così evidenti e i modelli e le best practice, su cui ci basavamo, diventano meno utili, se non addirittura obsoleti (Complessità); per ultimo, ma non meno importante, diventa molto difficile analizzare e prevedere i rischi, proprio perché i cambiamenti sono veloci e improvvisi (Ambiguità).

Per questi motivi è importante imparare a fare un passo avanti, oltre la resilienza, e diventare Antifragili, come suggerisce Nassim Taleb, vale a dire, riconoscere e accettare la situazione in cui ci troviamo a vivere, non farsi spaventare dal caos e dall’incertezza, per uscirne migliori, con più abilità e più competenze.

Offrire in azienda percorsi di Counseling per allenare l’Antifragilità, diventa così una concreta opportunità per favorire una nuova visione di sé e del mondo e per implementare quell’employee experience ritenuta fondamentale oggi per ogni azienda di successo.
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Torneremo presto a parlare di Antifragilità in azienda!