Perché le emozioni ci spaventano

Perché siamo spesso così in difficoltà di fronte alle emozioni? Forse perché, mentre le viviamo, mettiamo a nudo la parte più spontanea e indifesa di noi. E così scatta il timore del giudizio degli altri, che ci possono allora vedere come veramente siamo, senza quella maschera, o meglio, collezione di maschere, che spesso indossiamo quando siamo fra gli altri, tutti gli altri, a volte persino in famiglia.

Per non parlare poi del posto di lavoro, dove manifestare le proprie emozioni è addirittura un tabù: la prima regola è: “Mai mostrarsi in difficoltà”. Ecco che allora sorge un malessere esistenziale, una fatica nelle relazioni e, a volte, persino una difficoltà nello svolgere le proprie mansioni. Questo perché il comportamento di ciascuno di noi è determinato dalle emozioni e persino dalla loro negazione. Avete presente quelle persone tutte d’un pezzo, iper razionali, che vanno diritte alla meta senza guardare in faccia a nessuno? Ebbene, sono così spaventate anche solo dalla possibilità di uno scombussolamento interiore, che imparano presto a reprime i propri sentimenti e nel corso della vita arrivano al punto di credere veramente di non provarli più.

Il fatto è che, anche se la repressione emotiva sembra funzionare perfettamente anche per anni, ad un certo punto ci troviamo a sperimentare un profondo disagio interiore, quando addirittura non compaiano tutti quei segni che indicano l’avvicinarsi di un esaurimento psico-fisico.

Nessuna emozione è “negativa”

Questo avviene perché le emozioni sono una forma di energia e, come tale, non può essere distrutta, ma solo trasformata. E sono un’energia molto potente, che la Natura ci ha regalato come risposta comportamentale prerazionale, immediata, per proteggerci nelle varie vicende della vita. Proprio per questo, non ostante nel pensiero comune si ritenga il contrario, non esistono emozioni “negative”, ma sono tutte (paura, rabbia, tristezza) utili, in quanto spie d’allarme che ci indicano che qualcosa di negativo sta accadendo.

Ecco allora che, proprio come non penseremmo mai di disattivare l’accensione delle spie di controllo dal cruscotto della nostra automobile, ma ci dà sicurezza sapere che ci forniscono l’indicazione di come risolvere un problema, così è importante imparare ad ascoltare le nostre emozioni, tutte, anche quelle sgradevoli, in modo da procedere più consapevoli e forti nella vita.

Nell’analisi delle funzioni della personalità (Stati dell’Io: vedi articolo Counseling in Analisi Transazionale), che ci offre l’Analisi Transazionale, vediamo che le emozioni appartengono allo Stato dell’Io Bambino e, come abbiamo visto, ben vengano!  Ma per una corretta gestione delle emozioni occorre affidarne il controllo allo Stato dell’Io Adulto, che con le sue doti di riflessione e di analisi dei dati riesce a trovare la risposta comportamentale migliore per sé e per gli altri: questa è proprio l’intelligenza emotiva, cioè la capacità di comprendere (e quindi gestire al meglio) ed esprimere i sentimenti propri e di chi ci circonda.

Finora abbiamo parlato di emozioni come spie d’allarme: vi do appuntamento al prossimo articolo dove parleremo di gioia e felicità. Finalmente!