Quando, dieci anni fa, “per caso” mi fu regalato il libro più famoso di Louise Hay, Puoi guarire la tua vita non sapevo nulla dell’autrice e persino il suo nome mi era del tutto nuovo.

Aprii il volume con scarsa curiosità, forse persino con un po’ di scetticismo, dopo aver letto in copertina il sottotitolo: Pensare in positivo per ritrovare il benessere fisico e la serenità interiore.

«Belle parole!» pensai. Proprio allora stavo attraversando un periodo tutt’altro che sereno, tanto che ero già arrivata a somatizzare l’infelicità letteralmente sulla mia pelle. A pagina 9 lessi le prime righe della prefazione di Dave Braun: Se venissi abbandonato su un’isola deserta e potessi avere un unico libro, sceglierei senz’altro questo di Louise Hay…

         Quell’ipotesi inverosimile ed esagerata mi fece sorridere, anche se l’immagine dell’isola deserta corrispondeva singolarmente alla mia vita.

Qualche riga dopo, per una curiosa “sincronicità”, lo sconosciuto scrittore americano sembrava replicare alla mia perplessità con una recisa affermazione: Isola deserta o no, se voi siete riusciti a trovare il punto di contato con Louise Hay, anche se “per puro caso” (le virgolette le ho aggiunte io…), significa che siete sulla strada giusta.

A questo punto, quasi distrattamente (o per una precisa reazione inconscia), interruppi la lettura, ma nell’atto di chiudere il libro m’imbattei nella Dedica dell’autrice ai lettori: Possa questa offerta aiutarvi a trovare lo spazio interiore, nel quale possiate riconoscere il vostro valore, quella parte di voi che è puro amore e accettazione. Sono parole semplici, eppure mi toccarono profondamente: intuii la qualità della persona e la genuinità del fine di quello che avrei poi scoperto essere il suo straordinario metodo.

Intrapresi così la lettura, imbattendomi nei primi concetti basilari: Ciò che pensiamo di noi stessi, diventa reale per noi. E di conseguenza: Ognuno di noi produce le proprie esperienze tramite pensieri e sentimenti.

Incominciavo a ripensare al percorso della mia vita, alle persone a cui avevo permesso di avere potere su di me e che avevano corroso la mia libertà, il mio mondo interiore e quella componente fondamentale della persona che si chiama autostima. Ma invece di sentirmi vittima e di dare la colpa agli altri Louise mi invitava ad assumermi le responsabilità delle mie esperienze: Ciò che vi succede rispecchia ciò che pensate di voi stessi! E ancora più esplicitamente: Ognuno di noi è responsabile al 100% delle proprie esperienze.

         Si trattava quindi di prendere coscienza dei miei schemi mentali, di quanto avevo accolto acriticamente fin dall’infanzia come mio, ma non era mio: Gli schemi mentali che ci danneggiano maggiormente sono il risentimento, il giudizio (disapprovare se stessi) e il senso di colpa. Sono sentimenti negativi che alimentano la paura e che inevitabilmente producono danni a livello psichico e fisico.

Ora cominciavo a vedere i miei errori, ma Louise mi metteva in guardia dal condannarmi, per non ricadere nella rete del negativo, perché ciascuno di noi fa del proprio meglio.

Mi resi conto della straordinaria importanza dei pensieri che, spesso senza rendercene conto, “maciniamo” dentro di noi durante la giornata, alimentando e, inconsciamente, attirando ogni sorta di problemi e preoccupazioni: Ogni pensiero che concepiamo crea il nostro futuro, perché la mente inconscia accetta qualsiasi cosa scegliamo di credere l’Universo ci sostiene totalmente in ogni pensiero. In pratica si trattava di usare coscientemente in senso positivo quel meccanismo mentale che, senza rendermi conto, usavo a mio danno.

Soprattutto mi riconobbi in quella che viene definita la frase originaria per ognuno: «Non sono abbastanza bravo», e mi fu suggerito come liberarmene: E’ solo un pensiero e un pensiero si può modificare.

         Sì, sono le nostre convinzioni, le immagini che abbiamo di noi stessi e che offriamo inavvertitamente agli altri ad attrarre persone e situazioni. E’ quello che la mia cara nonna nella sua saggia semplicità mi ripeteva: «Chi si fa pecora, il lupo lo mangia!».

Ero solo al primo capitolo di quel libro arrivatomi “per caso”, ma già avevo deciso di cambiare in meglio la mia vita. E così è avvenuto: al flusso di idee positive, destinate a modificare la coscienza, affiancai le tecniche e gli esercizi suggeriti, impegnandomi quotidianamente nell’uso delle visualizzazioni e delle affermazioni.

In questi anni ho sviluppato le mie potenzialità, dopo aver ritrovato (ma sarebbe più corretto dire  “scoperto”) la fiducia in me stessa  e, di conseguenza, nella vita.

Da ultimo ho seguito il corso di formazione per insegnanti del metodo di Louise Hay, conseguendo il diploma di insegnante certificato HYL (Heal Your Life), e ora sono iscritta nell’albo ufficiale, che mi permette di ricevere i programmi e i corsi direttamente dalla “Casa madre” americana. Ho poi approfondito la mia formazione con un successivo corso che mi ha abilitato a tenere incontri individuali in qualità di Coach HYL. E questo perché ho deciso di comunicare e condividere con altre persone i benefici di cui ho potuto godere.

Desidero concludere questa mia breve testimonianza con l’invito ad amare se stessi, la chiave di volta del metodo di Louise, spiegandolo con le sue stesse parole: Quando una persona viene da me con un problema, non le chiedo cos’è che la affligge: cattiva salute, mancanza di denaro, relazioni insoddisfacenti, o creatività repressa. C’è solo una cosa su cui lavoro, e cioè che bisogna AMARE SE STESSI. Trovo che quando realmente ci amiamo, ci accettiamo e ci APPROVIAMO ESATTAMENTE COME SIAMO, allora funziona tutto nella nostra vita.