Viviamo in un mondo in cui praticamente ogni attività viene svolta in modo mediato: si gioca, si studia, si lavora, si acquista, ci si scrive tramite la tastiera di un computer, al punto che per molti di noi parrebbe quasi strano prendere in mano una penna e tracciare i nostri pensieri su di un foglio. E allora, come mai propongo un’attività che nell’immaginario collettivo si associa alle nonne?

Perché ormai sempre più numerose ricerche hanno ampiamente dimostrato che compiere un’attività manuale, come il lavoro a maglia, ha un numero elevato di effetti positivi sulla salute: quando infatti ci si concentra su un’azione meccanica e ripetitiva, che pretende ordine e precisione, la mente è costretta a seguire il movimento delle mani.
Così si attiva la zona prefrontale della corteccia cerebrale, quella adibita ai pensieri superiori: ci si astrae dalle preoccupazioni, focalizzandosi sull’attività che si sta compiendo.
In più, attraverso un elettroencefalogramma si può osservare che, mentre la testa è impegnata in lavori automatici come maglia e uncinetto, vengono emesse onde bioelettriche di tipo alfa, cioè a basso voltaggio e segno di un’attività cerebrale rallentata.
Insomma, star dietro al manufatto in lana è come dedicarsi a una meditazione o a una preghiera.

Contare le maglie è come fare yoga, la mente è concentrata su qualcosa di creativo  e il creare da quell’anonimo gomitolo una piccola opera d’arte per noi,  o per farne oggetto di un pensiero affettuoso, è gratificante e ci aiuta a stare meglio. Infatti diminuisce il tasso di cortisolo, che è l’ormone dello stress e stimola la produzione di dopamina e di serotonina, che sono le molecole del benessere e che, per così dire, ci mettono in modalità relax.

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Anche a livello psicologico i benefici sono notevoli: la mente si libera, la fantasia vola e si impara ad attendere: riuscire ad avere tutto e subito è un’altra caratteristica del mondo moderno che ci procura disagio. Mentre si lavora a maglia, invece, siamo costretti a constatare il lento procedere del nostro lavoro riga per riga, a tenere ancorata la mente nel qui ed ora, ad assaporare la soddisfazione di riuscire a costruire qualcosa di utile utilizzando un filo, due  “bastoncini” e un po’ di ingegno.

Il tricotage ha il potere di rilassare anche grazie al movimento e alla necessità di dover seguire un ritmo, quasi automatico, che è come recitare un mantra o pregare. Questa ritmicità crea un rilassamento sul fisico con diminuzione del battito cardiaco, della pressione e della tensione muscolare e conseguentemente lo stress. Si tratta di un’attività che consente di staccare la spina dalla frenesia quotidiana e ritagliarsi uno spazio per allontanare pensieri e problemi.

Sulla base di questi studi, l’Harvard University Health Services ha creato un corso di un’ora settimanale di Knitting Basics (corso base di lavoro a maglia) ovviamente aperto anche agli uomini che spesso hanno una maggiore necessità di sciogliere le tensioni accumulate sul posto di lavoro: ed ecco finalmente sdoganata quest’attività considerata prettamente femminile, anzi, forse inconsapevolmente, legata ad un’idea della donna come angelo del focolare, tutta dedita a casa, chiesa e famiglia. E non ci stupiamo più di tanto nel vedere sul web foto di militari che “sferruzzano” nelle pause delle loro attività belliche o nel sapere che anche Russel Crowe, il gladiatore, ricorre ai ferri da calza per placare la sua ben nota irascibilità.

Di fatto consigliamo di praticare il lavoro a maglia per le sue benefiche caratteristiche, lasciando, quasi come effetto collaterale, la finalità di produrre oggetti!